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La tinca in umido

"La tèenca in ümit"

Ingredienti per 4 persone:

600 gr. di tinche
500 gr. di piselli
1 cipolla
2 pomodori
1/2 tazzina di olio extra vergine d’oliva
1 mazzetto di prezzemolo
3 foglie di basilico
1 presa di sale fino

Preparazione

In un tegame di idonee dimensioni preparare un soffritto con l’olio, il prezzemolo e la cipolla tritati. Aggiungere i piselli ed i pomodori tagliati a pezzi, unire il basilico ed il sale e far bollire per una ventina di minuti a fuoco lento. Aggiungere le tinche a pezzi e proseguire nella cottura per altri 10 minuti circa, sempre a fuoco molto lento.

Difficoltà
Preparazione
Cottura
Costo
Servire

nessuna

10 minuti

30 minuti

medio

caldo

Abbinamenti

Polenta fresca o abbrustolita.

Abbinamento vino

Il Pinot Bianco dell’Alto Adige della Cantina di Terlano, grazie al suo gusto morbido e al profumo fruttato, si armonizza egregiamente alla carne delicata della tinca.

Varianti

Si può anche preparare il soffritto con olio, prezzemolo e aglio tritati, aggiungendo un paio di cucchiai di salsa di pomodoro, di sale e mezzo bicchiere di vino bianco secco, aggiungendo infine le tinche a pezzi preventivamente ben infarinate.

Curiosità e notizie

"Andàa a manàa" era un’occupazione abbastanza frequente nel dopo lavoro di campagna. Presupponeva la capacità di catturare il pesce con le mani: generalmente tinche appunto, o pesci gatto (attenzione alle dolorosissime punture) o anche di meno nobile pesce bianco, che andava ad arricchire i modesti menù dei lavoratori dei campi.

Scheda dietologica

È un pesce molto magro (0,5% di grassi) il cui unico difetto è di essere ricco di lische. Le sue carni, come quelle dei pesci che vivono in acque ferme, possono sapere di fango. È meglio lasciar spurgare la tinca ancora viva in vasche di acqua fresca per un paio di giorni prima di consumarla; oppure aggiungere a quest’acqua secondo consuetudini antiche, l’aceto forte che attenua il sapore del fango. Nella tradizione culinaria cremonese è scarsa la presenza di pesce di mare ad esclusione dei pesci conservati tipo baccalà o stoccafisso. Essendo Cremona lontana dal mare, manca la fonte principale di iodio, minerale da cui dipende il metabolismo energetico del nostro organismo. Per fortuna non c’è solo il pesce di mare che fornisce iodio. Anche altri alimenti, poco conosciuti sotto questo aspetto, lo contengono. Eccone un elenco che può sorprendere (tra parentesi il contenuto di iodio in microgrammi per 100 grammi): fegato (19), ananas (16), cioccolato al latte (14), uova (14), formaggi (11), maiale (10), lattuga (10). Non sono gli stessi livelli del merluzzo (46), ostrica (48), salmone affumicato (37), sarde (37), ma sono livelli simili a quelli del tonno (16). Due uova al burro ed una fetta di ananas contengono tanto iodio quanto una porzione di tonno! Chi l’avrebbe mai detto!