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14.3. Trattamento dell’obesità. Farmaci per la perdita di peso

Amine simpatico mimetiche. Sono i farmaci più vecchi usati per il controllo dell’obesità (metamfetamina, fentermina, dietilpropione, fenfluramina, dexfenfluramina). Non sono disponibili in Italia. La perdita d’appetito che essi inducono è accompagnata da stimolazione del sistema nervoso simpatico, aumento della pressione sanguigna, tachicardia, secchezza delle fauci, nervosismo, insonnia. L’associazione metamfetamina-fenfluramina ha provocato danni valvolari cardiaci.

Sibutramina. Induce un aumento di tre neurotrasmettitori (serotonina, noradrenalina, dopamina), riducendone la ricaptazione. L’effetto è una riduzione della fame (serotonina) ed un aumento dei consumi energetici (noradrenalina, dopamina). Da sola garantisce scarsi risultati (calo di 4 kg in un anno), deve essere associata a diete ipocaloriche. Come effetti collaterali può indurre secchezza delle fauci, insonnia, stipsi, cefalea, aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Non deve essere somministrata ai cardiopatici ed ai pazienti che usano alcuni antidepressivi (quelli che inducono aumenti della serotonina: serotoninergici ed inibitori della ricaptazione della serotonina).

Orlistat. Riduce l’assorbimento dei grassi a livello del tubo gastroenterico. Comporta effetti collaterali sgradevoli anche per le conseguenze sociali (diarrea connessa a flatulenza, urgenza fecale). Incidenza molto elevata d’interruzione spontanea dei trattamenti.

Rimonabant. Farmaco che blocca i recettori cannabinoidi (la cannabis stimola l’appetito). Riduce l’appetito, ma ha effetti depressivi sull’umore e può indurre ansia. Commercializzato in Italia, non è approvato in U.S.A. dalla FDA.

Antidepressivi

Fluoxetina, sertralina, paroxetina (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina: ISRS). Questo gruppo di farmaci, associato a diete ipocaloriche, può indurre per circa 6-12 mesi riduzione e controllo del peso, ma l’uso a lungo termine è connesso ad un aumento di peso superiore ai valori di partenza.

Bupropione. Antidepressivo usato contro la dipendenza da tabacco. Può comparire insonnia ed ansia.

Antiepilettici

Zonisamide. Farmaco antiepilettico che ha causato perdita di peso come effetto collaterale. Gli studi sperimentali finalizzati al calo ponderale, ne hanno messo a fuoco gli alti rischi (confusione mentale, afasia, difficoltà concentrazione, danno renale).

Topiramato. Associato a diete ipocaloriche è efficace, ma provoca anche un’alta incidenza di effetti neuropsichiatrici: parestesie, sonnolenza, calo memoria, calo dell’attenzione e della concentrazione.

Antidiabetici orali

Metformina. Biguanide utilizzato per la terapia orale del diabete di tipo 2. Riduce la fame. Può essere utile per aiutare i pazienti con diabete iniziale a controllare il peso. Provoca a volte effetti gastrointestinali sgradevoli: dolori addominali, nausea, sapore metallico.

Exenatide. Stimola la secrezione di insulina. Approvata per incrementare l’efficacia dei farmaci usati nel diabete di tipo 2. Somministrata sottocute due volte al giorno nei pazienti che usano metformina o sulfaniluree, aiuta nel calo ponderale. Può provocare nausea, ipoglicemia, riduzione dello svuotamento gastrico con ridotto assorbimento di altri farmaci associati.

Pramlintide. Non disponibile in Italia. Viene somministrata sottocute prima dei pasti insieme all’insulina. Aiuta a tenere sotto controllo l’aumento di peso indotto dall’insulina. Effetti collaterali: nausea, irritazione sito iniezione, ipoglicemia, rallentamento dello svuotamento gastrico con riduzione dell’assorbimento dei farmaci associati.

Note riassuntive. Le amine simpatico mimetiche (anfetamine), sono state tolte dal commercio in Italia perché provocano farmacodipendenza, stimolazione neuropsichica e danni al sistema cardiocircolatorio. I farmaci antidepressivi ed antipsicotici in genere provocano aumento di peso. Alcuni di loro (antidepressivi serotoninergici, antiepilettici), possono indurre calo ponderale, ma contemporaneamente possono provocare alterazioni nervose a rischio e nei tempi lunghi diventano controproducenti. Nei diabetici in trattamento con sulfaniluree o metformina, l’aggiunta di exenatide (farmaco da somministrare sottocute), ha consentito un migliore controllo del peso; mentre un altro farmaco per via sottocutanea (pramlintide, non disponibile in Italia), ha aiutato a ridurre l’aumento di peso provocato dall’assunzione di insulina. In ambedue i casi la nausea, l’ipoglicemia, la riduzione dell’assorbimento gastrico di altri farmaci, hanno ridotto il campo d’applicazione.