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14.2.1. Diete iperproteiche

Uno dei cardini della dietologia, cioè che il fabbisogno proteico corrisponde a 1 gr di proteine per chilogrammo di peso ideale non viene rispettato. L’apporto proteico è più che raddoppiato. La percentuale della quota proteica sulle calorie totali sale, a seconda dei regimi, al 30%, al 60% o anche più. Provocano danni metabolici ed organici.

Dieta Atkins. Si basa sulla riduzione drastica dei carboidrati (zuccheri e derivati dei cereali) ed aumento delle proteine d’origine animale (carni magre). Si sviluppa in quattro fasi. La fonte di carboidrati è costituita solo da ortaggi o frutta e non supera in genere i 30 grammi al giorno. A causa delle carenze nutrizionali il regime Atkins prevede integrazioni vitaminiche. La semplicità di questa dieta ne ha favorito il successo. La sua diffusione ha provocato danni in una percentuale rilevante della popolazione inglese ed americana. Per questi motivi è stata formalmente vietata negli U.S.A. In Inghilterra i pazienti che ne fanno uso subiscono restrizioni all’accesso al sistema sanitario.

Dieta Scarsdale. Molti liquidi ed apporto molto basso di calorie. Uguale per tutti senza distinzione di sesso, corporatura, età. Caratterizzata dall’alternanza di brevi periodi di restrizione drastica (due settimane), seguiti da un regime alimentare meno rigido, carente di carboidrati. Rapporti tra i nutrienti: proteine 43%, grassi 22,5%, carboidrati 34,5%. Provoca mobilizzazione dei grassi di riserva e loro trasformazione in acetone. Situazione di acidosi che mette a repentaglio l’attività renale, epatica e cerebrale.

Dieta punti. Forma italianizzata della dieta Atkins. Prevede che non si superi una certa quota di punti nell’arco della giornata. Basso punteggio viene attribuito ai cibi ricchi di proteine, il punteggio più alto alle fonti di carboidrati. La persona è libera di costruirsi la dieta da sé.

Dieta Mayo. Periodo di 12 giorni di dieta dimagrante, interrotto da due giorni di riposo in cui si può mangiare ciò che si desidera. Si prosegue fino al raggiungimento del peso desiderato. Non è prevista una dieta di mantenimento. In caso di aumento di peso si riprende il ciclo. Alimenti consentiti nei 12 giorni restrittivi: pompelmo, uova, carni. Esclusione di cereali, pane, pasta, riso; mancanza di latte e formaggi. Si tratta di una dieta iperproteica, monotona che espone a carenze nutrizionali.

Dieta Zona. Il biochimico americano che l’ha elaborata considera il cibo come un medicinale, e il corpo come una macchina metabolica in cui il cibo stimola una risposta ormonale equilibrata per il benessere generale. Di fatto si tratta di una dieta iperproteica volta a favorire la mobilizzazione dei grassi e la trasformazione delle proteine in glucosio. Essendo meno drastica delle altre diete iperproteiche espone a minori rischi, anche perché in genere viene gestita in ambiente sanitario.

La Dieta a Zona si basa su 40% di carboidrati, 30% proteine e 30% grassi.

Ogni pasto contiene sempre tutti i 3 macronutrienti: carboidrati o zuccheri, proteine e grassi

I carboidrati vengono assunti sopratutto con frutta e verdure

Sono previsti almeno 5 pasti al giorno, suddivisi in: colazione, pranzo, cena e due spuntini

Difetti: carboidrati prevalentemente da frutta e verdura con restrizione eccessiva dei derivati dei cereali; copertura del fabbisogno proteico in percentuale.

Weight Watchers. Agli esordi è stata una dieta iperproteica basata sul sostegno di gruppo. Nata negli Stati Uniti, attualmente è una dieta bilanciata diffusa in tutto il mondo, adattata alle realtà geografiche in cui viene usata. Dietologicamente sicura se prescritta da equipes comprendenti medici. Il programma di dimagramento non è rivolto al singolo, ma a gruppi di persone con lo stesso problema. Le tecniche di sostegno psicologico e di condizionamento giocano un ruolo preponderante. Le prescrizioni dietetiche sono standardizzate.