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18.2.1. Metalli

I metalli più pericolosi sono: piombo, mercurio, arsenico, stagno, cadmio. Essi, infatti, vengono eliminati con difficoltà dagli organismi viventi e tendono ad accumularsi.

Piombo. La fonte principale ambientale di piombo è la benzina in cui viene aggiunto come antidetonante sotto forma di piombo tetraetile.

Mercurio. Utilizzato nelle batterie per auto, negli antiparassitari agricoli, nella produzione industriale chimica, negli amalgami dentari. Provoca la denaturazione delle proteine plasmatiche e danneggia l’integrità di ogni funzione cellulare. Induce anoressia, insonnia, dermatite, danni epato-renali, danni neurologici periferici e centrali.

Cadmio. Veicolato dall’acqua potabile. Usato per le pile a lunga durata e ricaricabili. Provoca alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico favorendo l’acidosi è un tossico mutageno.

Arsenico. È ubiquitario, altamente tossico. In bassissime concentrazioni (0,01 milligrammi al giorno) è indispensabile alla biochimica degli esseri viventi. Può raggiungere la catena alimentare perché componente di antiparassitari ed integratori alimentari di uso zootecnico. La CEE ha fissato in 50 microgrammi/litro la soglia di arsenico per le acque potabili.

Stagno. Anch’esso ubiquitario nel terreno (0,3 ppm). I contenitori a banda stagnata possono essere fonte di contaminazione. Lo stagno entra come catalizzatore in diversi processi biochimici, per questo motivo svolge una funzione necessaria gli esseri viventi, tuttavia l’eccesso di zinco provoca l’inibizione degli stessi e comporta gravi disturbi metabolici.