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9.4 – Forme d’arte - Forme di natura

Nel convegno del 2005 sono state presentate tre relazioni.

Nella prima (Seme d’intelligenza, seme di vita. Il simbolismo della zucca tra uomo e natura), Silvia Arrivabeni commenta le opere di Nino Vincenzi, Gianfranco Andreoli, Natale Calesella, Marco Gentile, Daniela Vallini, appartenenti al Circolo degli Artisti di Castelmassa.

Nella seconda (Secundum naturam. Il mondo pittorico di Maria Puglia) Rodolfo Signorini presenta i lavori della pittrice Maria Puglia di Reggiolo.

Due quadri di Maria Puglia illustrano i versi di Ariosto (Satira settima) e di Folengo (Baldus 25, 621-624), Rodolfo Signorini ne trae spunto per citazioni e commenti:

«Maria Puglia … ha infatti rappresentato dapprima l’apologo della zucca e del pero cantato da Ludovico Ariosto nella Settima Satira (vv. 70-87), monito contro i facili entusiasmi dovuti a repentino successo, poiché la zucca cresce rapidamente, ma presto lo stelo non ne regge il peso: così è della speranza, che subito s’esalta per poi restar delusa, o nella gioia che troppo presto monta e "tosto sarà distrutta". [vedi immagine]

Altro cimento ha costituito per lei la zucca con cui Teofilo Folengo chiude il Baldus, una montagna di cucurbita lagenaria vulgaris, nella quale egli fa entrare i propri eroi e che elegge a sede dei bugiardi, fra i quali naturalmente i poeti, per cui a buon diritto egli, poeta autentico e sommo, può orgogliosamente esclamare Zucca mihi patria est (25, 692)

E chissà che quest’idea dei poeti come bugiardi non risenta dell’antico adagio, dapprima attestato in Solone, "Pollà pseudontai aoidòi" – ripetuto da Aristotele (Met. 983a, 3-5), ma poi ricorrente in altri scrittori – e di cui si fece interprete anche Plutarco quando narrò di Solone che chiese a Tespi, dopo lo spettacolo, se non si vergognasse di raccontare al pubblico tante bugie...»

da Secundum naturam. Il mondo pittorico di Maria Puglia. Atti del convegno sulla zucca Reggiolo 2005, Editoriale Sometti. Mantova 2006

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Citazioni in libera traduzione

«In realtà, non è possibile che la divinità sia invidiosa, ma, come afferma il proverbio, i poeti dicono molte bugie.» Aristotele (Metafisica. 983a, 3-5)

«Molte le menzogne dei cantori»

«Non hai vergogna, disse l'uomo di legge, di dire delle menzogne così grosse davanti a tanto pubblico? Tespi rispose che non c'era niente di male a parlare o agire così perché si trattava di uno spettacolo. Allora Solone vibrò violentemente il bastone per terra e sbottò: se noi elogiamo ed onoriamo in questo modo il falso presto lo troveremo nell'amministrazione.» Plutarco (Solone. 29, 6-7)

«Una zucca leggera, con un buco simile a un sonaglio, nella quale suonano come i semi quando è secca, è casa agli astrologi, ai cantori e ai poeti.» Folengo (25, 621 - 624)

«La zucca è la mia patria, giusto che qui io perda tanti denti quante son le menzogne che posi nel mio libro immenso.» Folengo (25, 692)

Convegni sulla zucca a Reggiolo

Zucca mihi patria est